Dall’Italia alla Patagonia
Juan Bertolone nacque a Chieri, una città vicino a Torino, il 19 maggio 1931. Una sintesi della sua autobiografia diceva così: “Sereno e contento, nel 1942, sono entrato nel Seminario Diocesano. Sereno e contento, nel 1950, mi sono fatto salesiano. Sereno e contento, nel 1960, ho abbandonato l’Italia e la mia Ispettoria per la Patagonia. In questo nuovo ambiente, proseguendo le orme di Don Bosco, il giovane sacerdote si dedicò a diversi ambiti: assistente, catechista e professore nello “Studentato Filosofico de Viedma” (1961-1963); catechista e vice parroco a Junin de Los Andes (1964); missionario ad Aluminè, Chos Malal, Loncopuè, e Las Lajas (1965) e a Carmen de Patagones (1966-68); fu vice parroco di Nuestra Senora del Carmen (1969-1970) e, infine, parroco di San Lorenzo a General Conesa (1971-1976). Malgrado conoscesse abbastanza bene lo spagnolo, lo parlava con la sua pronuncia italiana e, tante volte, il risultato era un simpatico gergo. Non è mai tornato in Italia e, nel 1969, rifiutò l’offerta dei suoi superiori di pagargli il viaggio affinché potesse visitare suo padre che giaceva sul letto di morte. In quel momento scrisse: “Il mio distacco risponde alla chiamata del Signore: Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me. E’ una testimonianza di povertà a questa gente della Patagonia che capirà il mio evitare una spesa di 180 mila pesos (360 mila Lire andata e ritorno) per restare con loro e aiutarli… Non voglio più tornare in Italia; quando sono partito volevo cominciare una nuova vita e non mi piace tornare indietro… preferisco restare qua. Mio padre lo capirà e Dio lo ricompenserà”. Carlos Espinosa Giornalista e cronista di temi di storia regionale patagonica