Renato Bertolone

Renato Bertolone ha ricordato il fratello, padre Giovanni, il 12 aprile 2015 in occasione del raduno delle auto storiche “I percorsi di Don Bosco”. La manifestazione si era svolta con partenza ed arrivo all’istituto salesiano San Luigi di Chieri con passaggi a Castelnuovo ed al Colle Don Bosco. Al termine del raduno si svolse un pranzo al Caffè Nazionale, ed ecco i pensieri che Renato Bertolone dedicò per onorare la memoria di un grande missionario salesiano come padre Giovanni, in Argentina conosciuto come padre Juan:

“Padre Giovanni Bertolone è nato a Chieri alla Mangolina, cascina Malvirà, il 19 maggio 1931. Era mio fratello maggiore, ma soprattutto era il mio padrino. E’ stato un sacerdote missionario salesiano di don Bosco in Patagonia, Argentina. Quando io sono nato nel 1947 lui aveva già sedici anni. Ricordo di averlo visto sempre vestito da prete. Quando nelle pause dei suoi studi da sacerdote tra Chieri, Giaveno, Pinerolo, Perosa Argentina, Bollengo e Torino veniva a casa per noi era sempre una festa. La mamma preparava dei buoni pranzi e radunava tutta la famiglia, compresi anche gli altri due fratelli Mario ed Ermanno. E quando per esigenze sue i genitori dovevano accompagnarlo da qualche parte o per delle gite in montagna, io ero sempre con loro perché ero il più piccolo e non potevo stare a casa solo. In quel periodo lui manifestava apertamente il suo ideale che era quello di seguire le orme di don Bosco e di realizzare i suoi sogni andando missionario in Patagonia, in Argentina, come già fece il Cardinal Cagliero.

Fu ordinato sacerdote a Bollengo il 1° luglio 1960. Lo stesso anno, il 18 ottobre, andammo tutti, genitori, fratelli e zii a salutarlo alla partenza da Genova per Rio de Janeiro sulla nave bianca Augustus. Dal Brasile raggiunse l’Uruguay per salutare dei nostri cugini, un sacerdote ed una suora, e poi giunse in Argentina. Dopo i lavori come assistente e professore nello studentato filosofico di Viedma, si prodigò in tante opere, da catechista a missionario in varie zone delle montagne andine del Nequen. Si dedicò inoltre ad attività pastorali a Comodoro ed è stato a Fortin Mercedes per esercizi spirituali. Fu poi vice parroco a Patagones e parroco a Conesa.

Le sue attività più importanti erano comunque occuparsi dei ragazzi di strada, degli orfani, dei bisognosi, degli anziani e sempre e soprattutto dei poveri seguendo l’esempio di don Bosco. Non riuscì a tornare in Italia neanche per la morte della mamma e del papà perché aveva troppe opere iniziate, tra cui otto oratori ed una trasmissione radiofonica. Tornò in Italia per una breve vacanza nel gennaio del 1974 per stare un po’ con noi e salutare parenti ed amici ma soprattutto per cercare dei sacerdoti per la missione in Argentina perché aveva molto bisogno di aiuti. Quella fu l’ultima volta che lo vedemmo. Due anni dopo, allo stremo delle sue forze, un grave male improvvisamente lo fermò e si spense a Bahia Blanca il 7 maggio 1976, a soli 44 anni. Nella festa del bicentenario di don Bosco ho voluto ricordare mio fratello, un grande chierese ed un ottimo seguace di don Bosco”.