Contributi per la documentazione della nascita del circolo comunitario italo-argentino

Non sono molto sicuro dell’origine di questo circolo, ma mi attengo a un riassunto del libro inedito (una bozza di “Patagonia Indotana”) che penso faccia giustizia alla memoria profonda. Questa istituzione nasce come Associazione nell’anno 1975, promossa dal Rev. Padre salesiano Juan Bertolone, parroco di quella località. Quest’uomo, che si è sacrificato per i più bisognosi, ha fatto dei bambini orfani e abbandonati, degli anziani trascurati degli immigranti la sua priorità progettando insieme a famiglie italiane e i loro discendenti, un’associazione di servizi sociali e conunitari, con lo scopo di riscattare i buoni costumi e le tradizioni e di sviluppare valori sani e cristiani. L’idea e l’entusiasmo contagioso di Padre Juan accomunarono molte famiglie italiane residenti a General Conesa che si unirono per dibattere e proporre delle idee con l’obiettivo di costituire un circolo similare ad altri nel resto del paese.

Tra le prime famiglie italiane contattate da Padre Juan ci furono: Verrecchia, Gaetano, Gentile, Pancrazzi, Ambrosetto, Carlini, Mastropiero, Barbarosa, Liguori, Ferraro, Cadematori, Giacomussi, Mastrangelo, Di Censo, Marcattili, Tieri, Mizzanelli, Barbalace, Fontana, Francissi, Gentili, Camilletti, Demasi, Siracussa, Polini e Ferro, tra tanti altri. Così l’azione di tanti immigrati italiani arrivati nelle inospitali terre patagoniche alla ricerca di un avvenire avventuroso trasformò questo deserto in un posto fecondo.

Per tale motivo,è imprescindibile, insieme alla riconoscenza a questo sacerdote, menzionare i primi cognomi che diedero il loro appoggio in maniera decisa a Padre Juan in questa valle di Conesa, scrivendo una pagina storica dell’associazione.

Nel 1977 si formalizzò come associazione civile. I loro obiettivi furono di rafforzare i legami di amicizia tra le famiglie italiane e i loro discendenti (“paesanos”), famiglie radicate in questa comunità; di promuovere solidarietà fra loro e con altre collettività e nativi; di propagare e trasmettere la lingua, le abitudini e la cultura del loro paese e delle loro regioni di orgine; di creare spazi per costruire una biblioteca e una scuola al fine di offrire agli associati un luogo d’incontro così importante e necessario come quelli menzionati in precedenza.