“Venite con me, sedetevi sulla mia tavola”

Un aneddoto che molti evocano: tante volte a mezzogiorno soleva il padre far un giro in centro e negli angoli della piazza centrale (la Piazza San Martin, l’unica di quei tempi) e tante volte, passando, trovava gente che aspettava per ore un mezzo per tornare a casa, forse ad alcuna colonia, senza aver mangiato niente… allora, lui invitava loro… Venite con me, sedetevi nella mia tavola. La porzione che la Provvidenza gli forniva era divisa e moltiplicata, in maniera miracolosa. Nei primi mesi che assunse la responsabilità della parrocchia, la sua prima preoccupazione fu di aprire una casa per bambini, orfani, poveri, che provenivano da famiglie con difficoltà o problemi di violenza o di famiglie numerose con scarse risorse economiche; cominciò a condividere l’austerità e la povertà di quella casa di origine antica salesiana, chiedendo aiuto e collaborazione. La gente vide l’opera e cominciò a credere. Le ristrettezze non rappresentavano un impedimento per la gioia, il buonumore, e la tavola servita da lui stesso, in persona. I parrocchiani cominciarono a riavvicinarsi, a capire l’evangelo di padre Juan, che era quello che annunciava il Regno di Dio, permettendo che i bambini fossero la priorità (“lasciate che i bambini vengano a me… da loro è il Regno dei Cieli e il paradiso in questa terra”). Questa casa diede alloggio ad una cinquantina di ragazzini (e anche di più) e presto fu necessario cercare altri posti, anche nelle colonie: San Juan, La Luisa e Frias. E per gli anziani? Lo stesso trattamento. Un’opera e un gesto per ogni età. Tanti ricordano intorno a loro quei vecchietti i quali, insieme ai bambini, trovarono il focolare e l’affetto che non avevano ricevuto dai propri familiari….