Un santo a Conesa: a trent’anni dalla sua morte

Maggio, cuore dell’autunno in Argentina, porta con sé delle care e nostalgiche evocazioni. Tuttavia la più cara al nostro paese, a questa comunità di Rio Negro, sia chiama semplicemente “Padre Juan”. Un’esplosione di immagini, folgore ancora acceso di un prete che seppe vincere l’indifferenza che voleva intorbidire la memoria superficiale. Quella profonda, però, restò intatta. Tante testimonianze portano tuttavia dei ricordi freschi come le acque di un fiume… vale la pena avvicinarsi alla riva. Salgono e scendono, come il nostro fiume, svariati sentieri. Al suo fianco si staccano dei folletti dei ruscelli che apportano alla storia grande e millenaria di una Patagonia che inizia a essere documentata… andiamo a cercare dei folletti che, a Conesa, hanno nome e cognome… andiamo, il fiume della memoria immemorabile ci invita a navigarlo!

Padre Juan morì a Bahia Blanca il 7 maggio 1976 ma lasciò, con il tramonto dei suoi ultimi giorni di lucidità, un testamento breve e decisivo: “Voglio riposare a Conesa”. La sua volontà si compì. Oggi riposa nel cimitero della città, insieme al memorabile Wendelin Pappler, il “tedesco”, che lasciò questo mondo il 7 aprile 1968. Juan Bertolone era nativo di Chieri, Italia, dove aveva maturato la sua vocazione missionaria. Il suo sogno era condiviso con un altro Juan, il piemontese Giovanni Bosco: andare in Patagonia come missionario. A Chieri cantò la sua prima Messa. Il nostro documentario patagonico custodisce un’immagine fotografica che oggi vogliamo condividere con voi insieme con altri brevi dati.